Lavorare nel mondo del Digital Advertising non permette pause di riflessione troppo lunghe: è sempre necessario stare al passo con le tante e rapide innovazioni del settore. Per esempio negli ultimi mesi si parla molto di Advanced Targeting e in particolare di Behavioral Targeting.
I sistemi integrati di Behavioral Targeting hanno definitivamente portato la pubblicità ad occuparsi delle abitudini dei consumatori e non più solo dei contenuti presenti all’interno dei siti dei Publisher. Attraverso le tecnologie utilizzate anche da Simply.com (vedi Simply User Clusters), la campagna pubblicitaria viene erogata su migliaia di siti diversi, seguendo la navigazione delle stesse persone appartenenti al target richiesto dall’investitore.
Il principio guida è “non mi interessa che cosa stai facendo in questo istante, mi interessa sapere veramente quali sono le tue abitudini di acquisto o i tuoi interessi di consumatore.”
Questo porta un grande vantaggio ai Publisher che – non potendo contare su brand famosi ma disponendo tuttavia di una grande audience – possono valorizzare al massimo il proprio traffico. Dall’altro lato, gli Advertiser possono pianificare in aree a costi contenuti con la certezza di non sprecare impression trovando sempre e solo target realmente interessati ai propri prodotti/servizi.
The Network Advertising Initiative (NAI) ha rilasciato uno studio sull’efficienza dei sistemi di Behavioural Targeting basandosi sui dati di 12 tra i maggiori ADnetwork. Lo studio conclude dicendo che gli investitori che hanno usato sistemi di Behavioral Targeting hanno pagato circa il triplo ogni impressions acquistata dai network. Lo stesso studio indica che, a livello di conversioni, l’utente che clicca su un banner behavioural ottiene una numero di conversioni doppio rispetto ad un banner run on network (6,8% di conversione contro il 2,8%) e che le campagne che utilizzano questa tecnica rappresentano il 18% delle revenue per i Publishers stessi.